Se sei introverso socializzare può essere difficile. Ma con il giusto approccio e un po’ di pratica può diventare facile e piacevole. Vediamo come.
Ti sei mai trovato nella situazione di voler socializzare con gli altri ma di trovarti in difficoltà? A disagio? Di avere proprio voglia di dire qualcosa ma di non riuscire.
Questo accade spesso quando l’ambiente che ti circonda e la situazione non sono a te congeniali.
Se ad esempio sei in mezzo ad un gruppo in cui tutti parlano inserirsi nei discorsi può essere complicato per un introverso. Con la conseguenza di trovarsi in disparte. Spettatori di uno spettacolo a cui non ci sentiamo stati invitati.
Ecco perché socializzare, se sei introverso, può essere una sfida. Ma solo perché non sei naturalmente una farfalla sociale non significa che non puoi divertirti a passare del tempo con gli altri.
La chiave è trovare situazioni adatte alla tua personalità e darti la possibilità di connetterti con gli altri a un livello che ti fa sentire a tuo agio.
Con metodo e disciplina imparerai tecniche semplici ma efficaci con cui esercitarsi in situazioni controllate per poi via via provare in circostanze nuove.
Ma come fare per cercare concretamente di relazionarsi con gli altri?
E’ quello che vedremo in questo articolo.
Pronti? Andiamo!
Chi è un introverso
Un introverso è una persona che rigenera le sue energie nella propria sfera di intimità – che può essere da solo o con persone molto intime – e consuma energie nel contatto sociale. Attenzione. Non significa che non gli piaccia socializzare. Significa che per lui è un impegno, che gli richiede uno sforzo.
Questo porta a un’altra considerazione. L’introverso tende a concentrarsi di più con poche persone e questo porta ad una maggiore attenzione. Ad una conoscenza più approfondita del suo piccolo mondo.
Infatti gli introversi sono inclini alla riflessione e valutano bene il peso delle parole. E soprattutto valutano se e quando è necessario usarle. Sono persone di grande sensibilità il che li rende ottimi ascoltatori ed amici fidati.
L’introverso è quella persona che, a seconda dell’ambiente, si trasforma. Può essere socievole e di compagnia se lo incontri da solo. Ma mettilo in un gruppo e si spegne. A volte quindi può essere difficile individuarli immediatamente.
Eppure in determinate situazioni possono sembrare degli animali da palcoscenico tanto riescono a dominare la scena.
In altre se ne stanno silenziosi in disparte. Eppure la loro mente naviga veloce.
Ecco la difficoltà che trovano gli altri nel frequentarli e di rimando gli introversi a relazionarsi.
Ma procediamo con ordine.
Cosa vuol dire socializzare
Sembra scontato ma non lo è.
Socializzare significa instaurare e sviluppare rapporti umani. Tuttavia esistono diversi stili e modi per farlo.
Per me socializzare può voler dire uscire al pub con gli amici, quindi con persone che già conosco, e intrattenermi per la serata. Per te può voler dire andare ad una presentazione di un libro per trovare persone con interessi simili ai tuoi.
Quindi ciò che troviamo di comune in questi 2 esempi è un interesse. Un interesse che ci spinge all’azione. Un interesse che ci spinge verso gli altri.
Attenzione. Parlo di interesse ma a livello squisitamente culturale. Non opportunistico.
Di conseguenza l’interesse è un elemento da considerare quando si vuole socializzare.
Un introverso ha quindi bisogno di avere uno stimolo che lo spinga a cercare delle interazioni con gli altri.
Uno stimolo, un interesse che lo porti ad avere la necessità di avere un riscontro al di fuori di sé. Nell’altro. E da qui parte la ricerca dell’altro.
Può essere un interesse personale nei confronti di qualcuno, come il desiderio di approfondire una conoscenza che lo stimoli o la necessità di avere un punto di vista diverso con cui confrontarsi. O il bisogno del sostegno degli altri per inseguire una visione.
E da qui prende il via i numerosi esempi di leader introversi che abbiamo avuto. Pensiamo a personaggi come Gandhi o Martin Luther King, che tutto erano fuor che dei compagnoni. Il loro desiderio di inseguire i loro ideali li ha portati a condividere prima e, ad essere una guida poi. Ad essere dei leader. ( A tal proposito qui troverai la caratteristica comune di ogni buon leader. )
Veniamo ai giorni nostri e troviamo personalità del calibro di Warren Buffett, Bill Gates o Jeff Bezos che, a loro volta, non sono certo degli estroversi. Anzi. Eppure li vediamo tenere conferenze e interviste e, con la qualità della misura delle loro parole, trovano molti orecchi disposti ad ascoltarli.
Quindi socializzare è un termine che presenta varie sfaccettature al suo interno. Deliziosamente sofisticato e difficilmente misurabile.
Chiarito ciò veniamo alla parte pratica.
Come socializzare se sei introverso
Abbiamo visto come l’interesse sia una molla molto potente per spingere a socializzare, ad entrare in relazione con gli altri. E questo lo possiamo certamente usare a nostro favore.
Ciò che invece è assolutamente necessario evitare, che non bisogna fare, è l’errore di voler comportarsi come gli estroversi. Semplicemente perché sarebbe una forzatura. E le bugie hanno le gambe corte.
Meglio quindi cercare di sfruttare i punti forti degli introversi per socializzare.
In primis l’ascolto. In un mondo che corre trovare qualcuno disposto ad ascoltare è una preziosa unicità che ti contraddistingue.
E a seguire l’empatia. Quella straordinaria qualità che ti permette di entrare in sintonia con il tuo interlocutore.
Come vedi hai un arsenale molto agguerrito a tua disposizione e il rischio di sottovalutarlo è alto.
Credimi. E’ un’ottima base di partenza.
Ma procediamo con ordine.
Inizia dalle cose semplici: Sorridi – Saluta – Aggancia – Ascolta
Il metodo funziona quando è semplice e replicabile. Il segreto è tutto qui. Ecco perché non faremo stravolgimenti alla tua routine quotidiana ma solo qualche piccola modifica.
Innanzitutto chiariamo che non tutte le situazioni sono uguali. In alcune potresti trovarti in difficoltà. Se infatti non sei abituato a interagire con le persone tutto potrebbe essere visto come un ostacolo. Ragion per cui devi metterti col vento a favore.
Evitiamo quindi di attaccare bottone col primo che passa per strada. Non è ancora il momento. Ma ci si arriva.
Inizia nel modo più semplice possibile. Usa le situazioni di ogni giorno per cominciare ad interagire.
Al bar, al supermercato, alle poste, al lavoro. Tutte quelle situazioni che ti sono note e di cui conosci le dinamiche.
Insomma.. Cerca di usare la tua vita quotidiana per fare pratica. Sono opportunità che ogni giorno si presentano. Cerca di coglierle nel miglior modo possibile.
Prova a socializzare attraverso persone che conosci già. I tuoi conoscenti
C O M E ???
- Sorridi. Il mondo ha bisogno di sorrisi e ottimismo. Un sorriso rompe le barriere e crea le condizioni per instaurare una conversazione piacevole. Vedrai che un semplice sorriso iniziale ti offrirà una strada tutta in discesa. Renderà tutto più facile. Instaura il contatto visivo e manifesta apertamente le tue buone intenzioni.
- Saluta. Non perdere occasione per porgere un saluto. E’ sempre cosa gradita. In ogni occasione il saluto riconosce l’individualità della persona. Ricorda che salutare è il contrario di ignorare.
- Aggancia. Un argomento generico e leggero è il modo migliore. Il nostro scopo è di interagire con piacevolezza. E quindi via libera a tematiche come il tempo, il cibo, qualche festività recente se siamo in periodo.
- Ascolta. Impara ad ascoltare. In tanti vogliono parlare. In pochi ascoltano. Ascoltando potrai capire di più sulla persona che ti sta parlando e calibrare meglio gli argomenti futuri.
Insomma, con questi 4 passaggi potrai entrare in relazione praticamente con chiunque. Dal vicino di casa allo sconosciuto alla fermata dell’autobus. ( Quando avrai fatto esperienza. )
E come vedi PARLARE è solo uno degli elementi. 1 su 4. ( A meno che non si voglia considerare anche il saluto.. ma mi sembra eccessivo. )
La cosa bella è che non devi cercare di fare chissà quali discorsi. Insomma parlare del più e del meno ti avvicina all’altro senza metterlo in difficoltà con argomenti impegnativi. Questo ti renderà cordiale e gentile agli occhi del tuo interlocutore.
Esercitandoti giorno dopo giorno accrescerà sia la tua fiducia che la tua abilità.
Inizieremo così una serie di piccoli esercizi quotidiani con persone diverse. Scoprirai così che la commessa seriosa in realtà è preoccupata per il lavoro o che quell’uomo dall’aspetto rude è appassionato di birdwatching.
Come vedi, dopotutto, è fattibile. Basta solo un piccolo sforzo iniziale per abbattere il muro dell’indifferenza.
Crea un’abitudine in crescendo
Ora che hai iniziato a rompere il ghiaccio con persone che incontri quotidianamente prova a rendere questo comportamento un’abitudine.
Lentamente, quasi senza accorgerti, vedrai che diventerà sempre più facile.
Da un numero ristretto di persone con cui inizialmente ti relazionavi vedrai che comincerai a usare la stessa formula anche in circostanze diverse.
Se prima la usavi solo con l’impiegato alle poste ora inizierai ad usarla anche con le persone in coda alle poste. Sarà un processo che diventerà via via sempre più spontaneo. E più diventerà spontaneo, migliore sarà.
L’unica cosa che puoi sbagliare è se molli. Se decidi di lasciar perdere. Se decidi di rinunciare a questa possibilità.
Anche se ho descritto con semplicità questi passaggi ( Sorridi – Saluta – Aggancia – Ascolta) non significa che tutto filerà liscio.
Potrà succedere di trovare la persona scontrosa, o svogliata, o semplicemente che ha una giornata NO. Ma questo non influisce minimamente sul metodo.
Ciò che conta per noi, la cosa più importante, è la costanza nell’applicare il metodo.
Non dobbiamo guardare alle piccole eccezioni negative ma concentrarci sul flusso positivo che si instaura così facendo.
Superare il blocco del rifiuto equivale a puntare su se stessi. A scommettere sul proprio progresso personale. A diventare migliori.
E l’abitudine a socializzare sarà una molla essenziale. Ti aiuterà ad entrare in connessione sempre maggiore con le persone. E grazie alla tua indole introversa sarai in grado di ascoltare e capire come pochi sanno fare.
Hai solo lo scoglio iniziale da superare. E l’esercizio quotidiano renderà questo scoglio sempre più piccolo fino a spianarlo del tutto.
Ragion per cui insisti. Attaccati alla difficoltà coma una cozza allo scoglio.
Prova e riprova. Sbaglia. Cadi. Rialzati. E ricomincia.
Vedrai che giorno dopo giorno i risultati arriveranno.
Concentrati sull’interlocutore
Qualche tempo fa ho letto di un’indagine fatta da una compagnia telefonica americana per sapere quale fosse la parola più usata nelle conversazioni. Non ti sorprenderà saper che il risultato è stata la parola – io -.
Quanto fosse accurata l’indagine non lo so. Quello che so è che la sento davvero tanto. Hai fatto caso? Anche quando parliamo con gli altri mettiamo sempre qualche io nel discorso. E’ più forte di noi.
Questo è frutto dell’enorme importanza che diamo alla nostra persona. Con la conseguenza che tendiamo sempre a mettere in secondo piano chi sta conversando con noi.
E se provassi a mettere al centro dell’attenzione il tuo interlocutore?
A te, personalmente, quante volte è successo di essere stato messo in cima alle priorità argomentative? Quante volte ti è stata data tutta l’attenzione?
E se provassi a farlo con chi ti parla, come pensi potrebbe sentirsi? Quale potrebbe essere l’impressione che si farebbe di te?
E quali potrebbero essere le conseguenze per te?
Ecco un punto di partenza diverso dal solito e potenzialmente molto efficace. Fare qualcosa di insolito ma gradito. Mettere il tuo interlocutore al centro dell’attenzione. Prestargli orecchio. Fargli sentire che stai realmente ascoltando quel che sta dicendo e non che stai semplicemente aspettando che finisca per dire la tua.
E questo nella migliore delle ipotesi. Non è insolito imbattersi in persone che non hanno nemmeno la cortesia di aspettare che tu finisca di parlare. Ti interrompono per risponderti subito.
Il nostro obiettivo è evitare questa frustrazione al nostro interlocutore.
Ascoltandolo avrai la possibilità di capire esattamente cosa vuole dire e, in seconda battuta ma non meno importante, acquisirai una serie di elementi che ti consentiranno di capire come la pensa su molte altre cose, interessi che coltiva che altrimenti non avresti saputo.
Insomma, una serie di informazioni che lui spontaneamente ti fornisce. Felicemente.
E tutto questo ti porta ad instaurare una relazione quantomeno sul piano personale. Stai socializzando. E in un modo che non si vede spesso.
Stai uscendo dalla cortina di fumo in cui ti nascondevi e inizi a farti vedere dagli altri. Perché ciò che è inusuale spicca.
Sperimenta
Questo è il punto centrale. Quello che ti contraddistingue da un estroverso.
Il tuo lato riflessivo avrà ora molti elementi su cui riflettere dalle esperienze che stai facendo. Inizierai a vedere similitudini e schemi ripetitivi nelle tue varie conversazioni.
Conoscere questo filo conduttore ti rende preparato alle varie sfumature che una conversazione o una frequentazione ripetuta possono prendere.
Inizierai ad avere a che fare con qualcosa di conosciuto. Questo ti agevola.
Ciò che impari oggi ti tornerà utile la volta dopo. Una serie di piccole informazioni che plasmeranno la tua abilità nel socializzare e che ti condurranno a comprendere davvero le persone.
Ricapitolando:
- Hai iniziato a parlare con le persone
- Stai via via aumentando le conversazioni con più persone
- Stai imparando a destare interesse semplicemente interessandoti agli altri
E’ il momento di spingersi oltre. Ma solo quando i punti precedenti saranno consolidati. Quando ti sentirai a tuo agio nelle conversazioni giornaliere in condizioni controllate.
A tal proposito un vecchio libro, ( ma di un’attualità incredibile e ripreso in seguito da molti altri autori con qualche aggiustatina ) – Psicocibernetica – di Maxwell, ( merita davvero ) calcola mediamente 21 giorni affinché un’azione possa iniziare a considerarsi un’abitudine.
Non è categorico ma è una misura indicativa per aiutarti a capire circa quanto tempo ci vuole per sentirti a tuo agio con questo nuovo modo di proporti al mondo.
Metti insieme ciò che hai imparato e prova situazioni nuove. Lo schema di base è sempre lo stesso. Quel che cambia è la tua capacità di cogliere i segnali del tuo interlocutore ed adattarti.
Diventerà via via una piacevole abitudine. Un esercizio di cui tu sei l’artefice. Avere la capacità di poter interagire a piacere ti darà una grande libertà e aumenterà la fiducia in te stesso
Conclusioni
Se per alcuni socializzare può essere spontaneo e naturale per noi introversi può essere una lezione da imparare. Non c’è niente di male in questo. Non è finzione.
Il desiderio costante e continuo di migliorarsi è quanto di più autentico possa esservi. E’ l’interesse massimo e definitivo dell’uomo. A cui segue tutto il resto. Il progresso è figlio di una volontà migliorativa. Di un fuoco ardente che non si accontenta di come è ma insegue ciò che potrebbe essere. Attivamente. Facendo dell’azione lo strumento con cui perseguire i propri obiettivi.
Ragion per cui se non siamo nati con la propensione a socializzare con il mondo niente ci vieta di esercitare questa abilità. Anzi. A onor del vero io lo vedo come un pregio.
Chi ha il coraggio di mettersi in gioco, di mettersi alla prova deve essere fiero di sé.
Perché sta cercando di spingersi oltre i propri limiti.
Siamo in continua trasformazione e, se vogliamo, possiamo essere in continua evoluzione. Ogni giorno possiamo spingerci un passo in avanti.
Ad maiora !
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